Impianti di riscaldamento di tipo tradizionale

 

È costituito da un gruppo termico, di norma una caldaia a gas, e da una rete di tubi che porta l’ acqua riscaldata dalla caldaia ai corpi scaldanti collocati nei vari locali dell’ abitazione.
Un impianto a convezione si basa sul principio del riscaldamento dell’ aria. La trasmissione del calore avviene in parte per convezione, per circa il 70%, ed in parte per irraggiamento, circa il 30%.
I corpi scaldanti utilizzati possono essere i tradizionali radiatori o i ventilconvettori; questi ultimi posso essere utilizzati anche per il raffrescamento estivo, se abbinati ad un refrigeratore.

Il dimensionamento standard di un impianto tradizionale prevede che l’ acqua in ingresso ai corpi scaldanti sia a temperatura tra i 60° e i 70° C.
Pertanto, un impianto tradizionale può essere alimentato da qualsiasi tipo di gruppo termico che sia in grado di produrre acqua a quelle soglie di temperatura, come ad esempio:

  • caldaie a gas ad alto rendimento: sono le moderne caldaie a gas metano o gpl, così definite perché riescono a utilizzare fino al 93% dell’ energia liberata dalla combustione del gas;
  • caldaie a condensazione: un particolare tipo di caldaia a gas che permette di recuperare gran parte del calore presente nei fumi espulsi attraverso il camino, raffreddando gli stessi fino a trasformarli in liquido, e utilizzando il calore recuperato per preriscaldare l’acqua di ritorno dall’impianto.
    In questo caso, per migliorare il rendimento è opportuno sovradimensionare i corpi scaldanti al fine di poter tenere la temperatura di mandata intorno i 50°;
  • caldaie a gasolio;
  • caldaie a legna;
  • caldaie a pellet: queste caldaie utilizzano un particolare tipo di combustibile solido, il pellet, costituito da legno vergine essiccato e pressato in piccoli cilindretti. La caldaia a pellet, a differenza delle caldaie a legna tradizionali, è totalmente automatizzabile, grazie alla forma cilindrica e liscia e alle piccole dimensioni del combustibile.
    L’ intervento manuale è, quindi, limitato al caricamento periodico del serbatoio;
  • caldaie a biomasse: simili alle caldaie a pellet, utilizzano come combustibile materiali provenienti da scarti e residui della lavorazione del legno e dal settore agroalimentare come ad esempio: il cippato, la sansa, alcuni cereali come il mais, o gusci di vari frutti, come nocciole, pistacchi, mandorle, pinoli, noci, ciliegie e pesche;
  • termocamini ad acqua: sono esteticamente simili a dei camini tradizionali ma, oltre ad “arredare” con la visione del fuoco nell’ ambiente, permettono di riscaldare acqua da utilizzare per il riscaldamento o la produzione di acqua calda;
  • termostufe: sono delle stufe, a legna o a pellet, che integrano un circuito idraulico collegabile all’ impianto di riscaldamento;

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